
La famosa serie Dogs Playing Poker di Coolidge
di Grazia Merelli
Quando si pensa a quadri sul gioco del poker vengono subito in mente le opere di Cassius Marcellus Coolidge. In questi dipinti per la verità non sono raffigurate delle persone, bensì dei cani; d’altra parte essi non si comportano da cani, ma indossano vestiti e assumono atteggiamenti tipicamente umani: si tratta dunque di animali “antropomorfi”.
Ma chi era Coolidge e perché ha realizzato opere tanto singolari?
Cassius Marcellus Coolidge è stato un pittore statunitense, nato ad Antwerp (New York) nel 1844. L’artista ha lavorato per diverso tempo nella città di New York come fumettista e disegnatore. Successivamente si è trasferito a Rochester, dove ha iniziato a dipingere cani in atteggiamenti umani. Qualche tempo dopo è arrivata la commissione che lo ha reso famoso: infatti, nel 1903, ha ricevuto dalla ditta Brown & Bigelow l’incarico di realizzare dei dipinti a olio con cani antropomorfi, allo scopo di pubblicizzare delle sigarette. La serie originaria era composta da 16 opere, cui se ne aggiungono altre compiute in un secondo momento. Attualmente con il titolo Dogs playing poker ci si riferisce a tutti i quadri dell’artista raffiguranti cani antropomorfi .
Nei dipinti di Coolidge i cani svolgono diverse attività, ma per lo più sono rappresentati mentre giocano a poker. Essi indossano abiti e i loro musi assumono espressioni prettamente umane. Durante le partite a carte i cani fumano e bevono, somigliando in tutto e per tutto a delle persone.
L’opera più famosa della serie è A friend in need, dove è raffigurato un gruppo di cani che sta giocando a poker in un’atmosfera surreale. Qui, mentre i giocatori guardano le proprie carte e osservano con attenzione gli avversari, un bouledogue passa velocemente una carta al suo vicino, divenendo in un baro.

Invece in Poker Sympathy tutti i presenti rivolgono l’attenzione al giocatore in primo piano a sinistra, il quale ha fatto un poker d’assi. Quest’ultimo guarda sconsolato verso lo spettatore: il suo poker è stato battuto dalla scala reale dell’altro bouledogue seduto di fronte a lui.

Nelle opere di Coolidge è sempre presente un intento narrativo; in ogni quadro si svolge una storia e ogni partita segue un suo filo logico. Addirittura due dipinti, A Bold Bluff e A Waterloo, raccontano due momenti in sequenza: nel primo tutti i presenti osservano con attenzione il giocatore in primo piano a sinistra, cercando di capire se stia bleffando. Nel secondo, intitolato A Waterloo, il bluff è evidentemente riuscito e il giocatore raccoglie soddisfatto tutte le fish del piatto. Da notare lo straordinario studio delle espressioni: soddisfazione, rabbia, sorpresa, gioia e tristezza sono dipinte nei musi dei presenti con grande maestria e immediatezza.


Solitamente le scene si svolgono in sale da poker, mostrando allo spettatore moderno come si praticava il gioco all’inizio del Novecento. Le sale da gioco del tempo appaiono come ambienti raccolti, non tanto grandi, con le pareti dipinte e adorne di quadri. I giocatori sedevano su sedie di velluto ed erano posizionati intorno a un tavolo tondo illuminato da un grosso lampadario dalla forma semplice. Non mancano mai nella scena bottiglie di liquore, pipe e sigarette.
In altri dipinti i contesti variano e si arricchiscono di nuovi elementi: ad esempio, Pinched with Four Aces rappresenta una bisca clandestina, dove intervengono prontamente le guardie. Invece in His Station and Four Aces il gioco del poker si svolge su un treno, con tanto di controllore sulla destra.


La rappresentazione di animali antropomorfi vanta una lunga storia nell’arte figurativa. Il precedente più importante è rappresentato dalla cosiddetta “singerie”, cioè la scena di genere che raffigurava scimmie in atteggiamenti umani con scopo umoristico. La “singerie” ha avuto grande sviluppo nei paesi fiamminghi a partire dal sedicesimo secolo. Tra i soggetti più diffusi vi erano proprio le scimmie che giocavano a carte.

Le opere di Coolidge si ricollegano a questa tradizione rinnovandola e rendendola attuale. Il cambiamento principale è la sostituzione delle scimmie con i cani. Da sempre considerati i migliori amici dell’uomo, i cani ne riprendono fedelmente gesti e movenze. Nei dipinti sono rappresentate le razze all’epoca più diffuse e conosciute, come il bouledogue inglese, l’alano, il collie, il mastino e il San Bernardo.
Stilisticamente Coolidge è vicino al Realismo americano di fine Ottocento, caratterizzato da una resa accurata delle figure e degli ambienti. Tuttavia la presenza di cani antropomorfi conferisce alle scene un’atmosfera straniante, venata da una pungente ironia. Del resto le immagini hanno indubbiamente un significato satirico, volto a ridicolizzare certe abitudini umane; infatti i personaggi appaiono sempre come accaniti giocatori, dediti al fumo e all’alcool.
Con questi dipinti Coolidge dato origine ad un vero e proprio filone tematico; dopo la morte dell’artista, avvenuta nel 1934, molti altri hanno ripreso il soggetto dei cani che giocano a carte. Al contempo, le opere di Coolidge hanno goduto di un successo crescente; in diverse aste dei primi anni Duemila i suoi dipinti raffiguranti i cani che giocano a poker sono stati venduti a cifre altissime, ad indicare un grande interesse da parte del pubblico.
Con i suoi quadri Coolidge ha fornito un interessante spaccato della società americana del suo tempo, cogliendone abilmente vizi e abitudini. I cani che giocano a poker sono ormai delle opere iconiche, apprezzate anche per l’originalità e lo spirito satirico che le contraddistingue.
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