Museum of dreamers, Piscina con palline, particolare. Foto di Grazia Merelli
“Museum of dreamers”, Piscina con palline, particolare. Foto di Grazia Merelli

L’elemento del gioco nelle esperienze immersive

di Grazia Merelli

Sempre più spesso si sente parlare di esperienze immersive. Attualmente queste nuove forme di intrattenimento sono molto diffuse e la loro organizzazione è in aumento.

Cosa sono

Le esperienze immersive sono delle particolari tipologie di eventi rivolti ad un pubblico di visitatori. Non si tratta di mostre, ma di vere e proprie “esperienze” che hanno come obiettivo il coinvolgimento delle persone che vi prendono parte. Un’esperienza immersiva si svolge solitamente in uno spazio di grandi dimensioni che offre diversi ambienti; a loro volta questi ambienti presentano caratteri particolari e diversificati fra loro, snodandosi lungo un percorso più o meno lungo. L’esperienza immersiva di solito segue un tema principale, come il sogno o la natura. 

Il coinvolgimento dello spettatore si realizza sia a livello sensitivo che emozionale tramite suoni, oggetti, immagini.

Tra i sensi vengono stimolati principalmente la vista, il tatto, l’udito. Infatti, mentre lo spettatore guarda intorno a sé incuriosito, i suoi occhi vagano tra specchi, stanze con i mobili sottosopra, ambienti fantasiosi, con giochi di luce ed immagini proiettate sulle pareti ed il soffitto. Attraverso il tatto il visitatore incontra superfici spesso soffici ed oggetti con cui interagire, mentre il suo udito è coinvolto da musiche oniriche e suoni della natura. Tutti questi elementi a loro volta stimolano nel visitatore diverse emozioni, ricordi ed associazioni di pensiero.

Le origini

Le esperienze immersive nascono dallo sviluppo sempre più consistente delle nuove tecnologie. Innanzitutto ci sono le metodologie moderne e sofisticate di propagazione della luce, che possono creare fonti di illuminazione ricche e varie. Accanto ad esse, le tecniche del suono permettono di avvolgere completamente lo spettatore, rapito da suoni inconsueti e coinvolgenti. Ruolo fondamentale lo hanno però le tecnologie digitali, che sono in grado di creare ampie scenografie oniriche e fantasiose visibili su tutte le pareti di un ambiente. Sotto questo punto di vista le esperienze immersive sono debitrici delle cosiddette “mostre immersive”, cioè quelle mostre che presentano su tutte le pareti le immagini di opere di uno o più artisti. Anche le mostre immersive stanno vivendo un momento particolarmente felice: basti pensare a quelle di Van Gogh e Klimt, riproposte in più sedi sia in Italia che all’estero. Rispetto alle mostre, le esperienze immersive offrono un grado maggiore di coinvolgimento, che si concretizza in una partecipazione diretta ed interattiva.

La ricerca di un intervento sempre più attivo da parte dello spettatore affonda le radici nelle sperimentazioni artistiche degli anni cinquanta, in particolare nell’ideazione dell’Happening da parte di Allan Kaprow; l’artista a sua volta si richiamava a tutta un serie di importanti precedenti, come le serate futuriste e dadaiste, ed ai più recenti spettacoli del suo amico musicista John Cage. L’Happening di Kaprow consisteva in un evento artistico che si svolgeva in un determinato luogo; qui il visitatore si trovava di fronte ad un insieme di oggetti ed assemblaggi collocati in un ambiente ed era invitato ad interagirvi. Nelle successive correnti e tendenze artistiche la ricerca dell’interazione con il pubblico ha trovato uno sviluppo sempre maggiore, andando di pari passo con l’evolversi delle tecnologie cui si è accennato.

La partecipazione attiva dello spettatore, in passato come oggi, ha come scopo principale quello di avvicinare un numero crescente di persone alle manifestazioni culturali, rendendole più coinvolgenti. Questo ha portato nel tempo ad una democratizzazione degli eventi, diretti non ad una élite ma a chiunque volesse provare emozioni e sensazioni nuove.

La componente ludica

Museum of dreamers, Altalene. Immagine tratta dal sito ufficiale di Museum of dreamers
“Museum of Dreamers”, Altalene.
Immagine tratta dal sito ufficiale di Museum of Dreamers

Nelle esperienze immersive la componente ludica gioca un ruolo molto importante. Il gioco infatti è un elemento fondamentale per ottenere la partecipazione attiva dello spettatore. Passando da un ambiente all’altro il visitatore viene spesso invitato a partecipare direttamente ad una serie di attività, che si traducono in situazioni giocose e divertenti. In questo senso, tutta l’esperienza immersiva è una sorta di grande gioco, legato ad emozioni quali stupore, divertimento, azione.

Accanto a questi elementi ludici in senso lato, l’esperienza immersiva presenta solitamente dei veri e propri giochi che derivano direttamente dal mondo dell’infanzia. Tra questi ci sono ad esempio le altalene, che di solito sono collocate in ambientazioni oniriche e suggestive. Emblematica è anche la presenza di una vasca con le palline, elemento comune e spesso distintivo delle esperienze immersive stesse. In queste vasche sia adulti che bambini sono istintivamente portati ad entrare; mentre i piccoli vi si tuffano, entrando e uscendo con entusiasmo, i grandi si abbandonano al relax e provano spesso la sensazione piacevole di tornare al mondo dell’infanzia. Ad esempio nel “Museum of Dreamers” di Roma, esperienza immersiva svoltasi nella prima metà del 2024, veniva ricreata una vera e propria piscina riempita di migliaia di palline, con tanto di scivoli e scalette per entrare ed uscire.

Color Hotel, una sala. Foto di Grazia Merelli
“Color Hotel”, una sala. Foto di Grazia Merelli

La componente ludica è molto presente anche in un’altra esperienza immersiva, in corso sempre a Roma e denominata “Color Hotel”. Qui in una sala è addirittura apposta la scritta “Vietato non giocare”, a suggerire come il divertimento del pubblico sia una delle priorità dell’evento.

La presenza dell’elemento ludico svolge un ruolo anche a livello di pubblico, contribuendo significativamente al suo allargamento; infatti l’esperienza immersiva, proprio per la presenza di giochi ed attività giocose, è rivolta anche, e a volte soprattutto, al mondo dell’infanzia.

Nelle esperienze immersive il gioco è dunque un aspetto tutt’altro che marginale. L’attività ludica può essere addirittura funzionale alla riuscita delle stesse, poiché contribuisce in maniera significativa a rendere l’esperienza interattiva, coinvolgente e totalizzante.


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