Jean-Honoré Fragonard, L'altalena, particolare. Immagine da Wikimedia Commons, pubblico dominio
Jean-Honoré Fragonard, L’altalena, particolare

Le scene ludiche nella pittura di Jean-Honoré Fragonard

di Grazia Merelli

Jean-Honoré Fragonard è uno degli artisti francesi più famosi del Settecento. Nato a Grasse nel 1732, si è fatto interprete del gusto rococò dipingendo la società del suo tempo in scene eleganti e raffinate. Le opere dell’artista rispecchiano infatti il clima culturale del regno di Luigi XV e della sua corte, caratterizzato da un’atmosfera libertina, dedita ai piaceri e al divertimento.

Fragonard è stato allievo prima di Chardin e poi di Boucher, ereditando da quest’ultimo il gusto per le tematiche maliziose, cariche di un erotismo più o meno velato.

In queste opere spesso compaiono scene di gioco, che mostrano uno spaccato dei giochi preferiti dall’aristocrazia settecentesca. Alcuni di essi sono in voga ancora oggi; altri invece non si praticano più.

Fragonard, L'altalena. Immagine da Wikimedia Commons, pubblico dominio
Jean-Honoré Fragonard, L’altalena. Immagine da Wikimedia Commons, pubblico dominio

Il quadro a soggetto ludico più noto di Fragonard è Laltalena, che è anche una delle opere più famose di tutta la sua produzione artistica. Il dipinto, noto anche con il titolo I fortunati casi dell’altalena, si trova nella Wallace Collection di Londra ed è stato realizzato nel 1766.

Nella tela è raffigurata una fanciulla che dondola su un’altalena, all’interno di un rigoglioso boschetto. Davanti a lei è un giovane disteso, mentre un altro è intento a tirate la corda per farla dondolare. Gli abiti sono quelli del tempo: parrucche e panciotti per gli uomini, cappellini, vesti vaporose con corsetto e calze bianche per la le donne.

L’altalena è un gioco di origine antica ed è stato rappresentato già nell’arte vascolare; il tema ha avuto una particolare diffusione nella pittura francese del primo Settecento, con le opere di Watteau e Pater. I due artisti infatti, fra i diversi soggetti della vita di corte, avevano dipinto giovani donne sull’altalena spinte dai loro corteggiatori, lasciando velatamente intendere le implicazioni erotiche del tema.

 Questi quadri sono il principale punto di riferimento Fragonard che però, rispetto ai predecessori, ha caricato la scena di elementi licenziosi molto più espliciti. Tra di essi vi è, ad esempio, lo sguardo del giovane che va proprio in direzione della veste alzata; anche l’espressione della donna è alquanto maliziosa e compiaciuta. Anche la scarpetta che vola, lasciando il piede coperto solo dalla calza, è un elemento significativo in tal senso. 

Si tratta dunque di un gioco che è al servizio di un altro “gioco”: quello della seduzione e del corteggiamento amoroso. Contribuiscono a svelare la tematica anche alcuni particolari inseriti nel dipinto, i quali si trovano spesso nei quadri di Fragonard. Oltre alla statua di Cupido, c’è anche quella di due amorini con un delfino, animale sacro a Venere. Altri elementi simbolici sono anche le rose che rimandano alla primavera, stagione dell’amore.

La scena anticipa il ciclo di Fragonard dedicato al Progresso dell’Amore nel cuore di una giovane fanciulla, realizzato per Madame du Barry negli anni 1771-1772. Simile è infatti l’impianto compositivo, con le figure immerse in un boschetto arricchito dalla presenza di statue.

Nel L’altalena il pittore utilizza una pennellata vivace, che conferisce movimento alla scena. Nell’opera si fondono magistralmente il tratto vibrante di Rubens con la leggerezza cromatica dei pittori veneti.

L’opera è interessante anche perché ci mostra come erano le altalene del tempo. All’epoca non c’erano le impalcature che siamo abituati a vedere oggi, ma l’altalena era composta semplicemente da una base legata con delle corde ad alberi molto alti; altre corde inoltre servivano per tirarla indietro e agevolarne il movimento. Sovente essa costituivano uno svago molto gradito alla nobiltà e si trovava nei giardini delle loro ville, all’interno di una ricca vegetazione.

Fragonard, Mosca cieca, Toledo Museum of Art. Immagine Sailko, licenza CC Commons
Fragonard, Mosca cieca, Toledo Museum of Art. Immagine Sailko, licenza CC Commons

Molti elementi presenti nel L’altalena si trovavano già nel quadro Mosca cieca, conservato nel Toledo Museum of Art e realizzato negli anni 1750-1752. La mosca cieca è anch’esso un gioco di origine antica, che per la chiara allusione alla cecità dell’amore era assai adatto all’aristocrazia frivola e maliziosa del tempo di Fragonard.

Anche in questo quadro gli elementi erotici sono alquanto manifesti, come il seno della donna in parte scoperto, la vicinanza fisica fra i protagonisti, il rossore dei visi, la natura in fiore. L’atmosfera è sospesa e pervasa di grazia ed eleganza. La preziosità delle vesti e lo splendido ramo di rose in fiore mostrano tutta l’abilità pittorica di Fragonard.

L’artista si è cimentato più volte in queste tematiche ludiche strettamente legate al corteggiamento e al gioco dell’amore; tali soggetti infatti godevano di un certo successo presso i collezionisti del tempo.

Jean-Honoré Fragonard, Mosca cieca, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, Mosca cieca, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, L'altalena, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, L’altalena, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington

Due di questi quadri riprendono le tematiche della mosca cieca e dell’altalena, rappresentate però all’interno di scene corali. Pertanto nella Mosca cieca ci sono tanti personaggi che partecipano al gioco, mentre nel L’altalena la fanciulla dondola in alto fra gruppi di coetanei dediti a varie attività di svago.

Jean-Honoré Fragonard, Gioco di cavallo e fantino, National Gallery of Art Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, Gioco di cavallo e fantino, National Gallery of Art Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, Il gioco della mano calda, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington
Jean-Honoré Fragonard, Il gioco della mano calda, National Gallery of Art, Washington. Foto Courtesy National Gallery of Art, Washington

Altre due tele invece mostrano dei passatempi che oggi non sono più praticati. Nella prima tela, Gioco di cavallo e fantino, dei giovani devono salire in groppa ad altri che fingono di essere dei cavalli; a loro volta questi ultimi devono far cadere i “fantini”. Nella seconda, intitolata Il gioco della mano calda, una persona deve colpire la mano di un’altra a volto coperto, la quale deve indovinare chi l’ha colpita.

Tutte le scene sono ambientate in splendidi giardini e mostrano l’influenza ch’ebbe sul pittore la visita di Villa d’Este di Tivoli, avvenuta durante un viaggio in Italia.

Fragonard è stato dunque un grande interprete dello spirito del suo tempo. Egli ci ha lasciato un vivido ritratto dell’aristocrazia dell’Ancien Régime, prima che ogni cosa venisse scossa dal terremoto della Rivoluzione Francese.


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